Nato a Parma nel 1964, Roberto Mora si professa autodidatta.
Pittore e grafico agli esordi, negli anni ‘90 si avvicina al mondo del design e subito si innamora del ferro, dalle forme e provenienze più disparate.
Inizia in quegli anni a creare “pezzi unici”:
oggetti/sculture in bilico tra funzione e distrofie della forma. Dapprima forme
grezze che con il passare degli anni tendono ad alleggerirsi. Leggerezza,
trasparenza, rivisitazione e humor caratterizzano spesso i suoi lavori più
recenti.
Mora ama definirsi un designer atipico e distante dalle
logiche di produzione su larga scala. Alla serialità preferisce piccole produzioni
numerate da esporre in eventi di design interazionali o in collezioni private
italiane e straniere.
Nel 2004 partecipa alla mostra “Radical Design” curata
da Gianni Pettena. In un percorso che documenta l’evoluzione del design dagli
anni ’60 ad oggi, Roberto Mora viene scelto - assieme a pochi altri nomi tra
cui figurano, tra gli altri, i Fratelli Campana - come rappresentante di quella
che viene considerata l’ultima generazione di designers autoproduttori.
Nel 2005 viene invitato da Alessandro Mendini ad essere
parte della mostra internazionale “Art of Italian Design”, nel 2010 sempre
Mendini lo sceglie per “Quali cose siamo”, progetto ospitato per oltre un anno
dalla Triennale di Milano.
Sempre presente a Milano, ha esposto ad Atene, Parigi,
Mosca e New York.